FABIO RIZZO
E IL SUO AMORE PER L'ARTE

Conosco questo artista salentino tramite sua sorella, mia amica poetessa, che mi fornisce biografia ed opere lasciandomi piacevolmente colpita, tanto da ritenere doveroso pubblicare un post sul mio blog che possa richiamare l'attenzione su un talento tutto "nostro".


Fabio Rizzo


Fabio Rizzo nasce a Galatina, in provincia di Lecce, il 3 giugno 1983. Sin da piccolo dimostra una spiccata attenzione per l'arte. Coltiva tante passioni: lo sport principalmente, praticando diverse discipline, giocando anche a livello agonistico a pallavolo. Poi lo studio della chitarra: classica, elettrica, acustica. Negli ultimi anni si dedica principalmente alla pittura, anche se il suo talento viene notato ben presto dai suoi professori, sin da quando è bambino, ai tempi della scuola. In famiglia da sempre respira arte: la madre Ada Colazzo anch'essa pittrice di notevole talento artistico, il padre Carmine Rizzo, abile scultore, realizza creazioni artistiche in legno, e la sorella Emanuela Rizzo, poetessa, riporta sin da bambina i suoi pensieri e le sue emozioni in versi che toccano il cuore di chi li legge. Quindi un contesto familiare altamente ispirante per Fabio. Ama molto i dipinti dei pittori giapponesi, apprezza da sempre i Macchiaioli, con una predilezione per Boldini. Affascinato dagli Impressionisti più volte visita la Francia. La sua curiosità lo porta ovunque, anche a misurarsi con tecniche nuove di pittura. Una sfida a sorprendere, a cominciare da se stesso. Umile e preciso, consapevole che si può sempre migliorare, ci stupirà sicuramente.
Tanti artisti si sono espressi su di lui, con entusiasmo e stupore, per i rapidi progressi dimostrati in pochissimo tempo. In particolare il giornalista Paolo Borgognone, nativo di Roma e residente a Reggio Emilia, docente di canto lirico, critico di musica e d'arte. 


Paolo Borgognone



Riporto, di seguito, due sue recensioni su altrettante opere di Fabio Rizzo:


Il faro di Gallipoli

"Con "Il faro di Gallipoli", Fabio Rizzo si ispira alla storica costruzione esistente sull'isola di Sant'Andrea da oltre 150 anni. Ciò che colpisce immediatamente è la tecnica del colore, che si concretizza soprattutto nell'azzurro intenso del mare e nel bianco candido delle onde, che si estende - quasi a formare un unicum con la luce del giorno - a una parte del cielo.
Come già constatato in altre opere dell’artista, anche qui la sensazione che si riceve osservando il dipinto è quella di un’immagine in movimento, non statica. In questo caso la dinamicità è dovuta alla furia del mare, che si abbatte sulla scogliera generando non già dei semplici spruzzi d’acqua, ma una sorta di onda secondaria, che si solleva verso l’alto e tende a tornare indietro, come si evince dalla curva che assume la schiuma marina.
Da questa osservazione può nascere una lettura suggestiva. Il faro, benché sia opera dell’uomo, una volta costruito ed entrato in funzione appartiene al mare. Ne diventa la luce e la voce, pronta ad avvisare i naviganti di eventuali pericoli sotto costa o, viceversa, a rassicurarli di essere giunti ormai in prossimità di un porto, da sempre simbolo di salvezza per tutti i marinai. Per questo, nonostante sia agitato, il mare rispetta il faro e non invade il terreno sul quale è costruito.
Un’attenta osservazione del quadro di Rizzo può suggerire molte altre interpretazioni, altrettanto valide e interessanti. Questo perché la pittura dell’artista, solo apparentemente semplice, è ricca di idee tutt’altro che tradizionali e di emozioni, che si trasmettono al pubblico suscitando reazioni diverse. Proprio come avviene con la musica, la poesia e le altre forme d’arte più elevate".
Paolo Borgognone



L'alba sul fiume

"A un primo sguardo, l’opera "L’alba sul fiume" di Fabio Rizzo suscita il senso di pace e di tranquillità tipico dei quadri a soggetto bucolico. Subito dopo, però, le emozioni si fanno numerose, complesse e a volte contrastanti.
Nel punto dove il sole nascente si riflette, l’acqua diventa luce pura, una fiammata che coinvolge la riva e l’albero sovrastante per slanciarsi verso il cielo e tornare così all’astro che l’ha generata, inserendosi nell’unico squarcio libero tra le nubi minacciose che lo circondano. Un’immagine potente, molto espressiva, capace di infondere nuova vita anche al placido scorrere del fiume.
Molto significativa appare anche la scelta dei colori. Solo la casetta di legno costruita sull’argine si presenta con una monocromia realistica, marrone scuro, quasi a voler rappresentare l’unica certezza in tutto il paesaggio. Il fiume, che ne è il protagonista, è invece tutto giocato su diverse tonalità di verde, nel quale si specchiano gli alberi da un lato e le colline dall’altro, sottolineando la limpidezza e la purezza dell’acqua. Per gli alberi Rizzo ha scelto tinte tra il lilla e il viola, ottenendo così, ancora una volta, il risultato di far apparire vive le piante stesse, che paiono scosse dal vento, in un bellissimo ed efficace movimento verso l’alto.
Infine meritano un cenno ulteriore le grosse nuvole già citate. Se da un lato non promettono nulla di buono, almeno dal punto di vista meteorologico, dall’altro sembrano inchinarsi alla maestà del sole e si aprono come un sipario teatrale, nello squarcio suddetto, per consentire all’alba di illuminare il corso d’acqua.
Ecco quindi che l’iniziale sensazione di serenità, di un’aurora vissuta in pieno relax nella natura, viene ampiamente superata dalla fantasia creativa e dalla qualità tecnica dell’autore, che ha saputo fare di un soggetto apparentemente convenzionale un’opera nuova, palpitante, ricca di suggestioni e di spunti di riflessione".
Paolo Borgognone

A questo punto credo che non occorra aggiungere altro, non mi resta che mostrarvi alcune delle sue opere perchè possiate apprezzarle in tutta la loro bellezza.


All'ombra del verde

Dolci fronde come malva

Fumo sul mare d'argento

L'ulivo del sogno


Piazza di Galatina


Verde fiume


Presagi giapponesi


Pescatori

Il mio preferito? Senza alcun dubbio è "Fumo sul mare d'argento", ma anche "Pescatori" mi affascina moltissimo... e voi quale preferite? 


Daniela Tateo


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