MASSIMO QUARTA
 
"FACE TO FACE"
 

 
Se passate dal MAP di Brindisi, in Via Tarantini, troverete ad accogliervi all'entrata un simpaticissimo "Farbonauta", personaggio antropoformo sportivamente vestito, seduto su una sedia con le gambe accavallate...
Ecco, io ho conosciuto Massimo Quarta così, sì, perché è lui il creatore di quel Farbonauta! Non restava che incontrarlo di persona, a Lecce, nel suo "Farbospazio" in Via Manifattura Tabacchi 16B. L'occasione? La sua personale "Face to Face", ancora in corso fino al 16 novembre.
 
  
 
 
Pensavo a quali domande porre, cosa chiedergli, perché come sempre dico, per comprendere meglio un'opera mi piace arrivare al cuore dell'artista. Ma praticamente Massimo è un vulcano di parole e dopo qualche minuto da che io e Gianfranco eravamo entrati nel suo laboratorio, lui era lì che ci raccontava tutto di sé. Nelle sue parole l'amore infinito per l'arte e la passione per il suo lavoro, i sacrifici, le scelte fatte. Anni ed anni di articoli scritti sui giornali, su locandine e brochures , sapientemente poste le une accanto alle altre su porte-separè, attestano appunto la sua vita interamente dedicata all'arte.
La sua è una pittura innovativa, contemporanea, che per un attimo può lasciare perplessi, ma che un momento dopo ti prende e ti coinvolge.
Nello studio, il "Farbospazio", rigorosamente e non a caso tutto bianco, spiccano i colori delle sue opere, forti, accesi, dinanzi ai quali non si resta certo indifferenti, come forte e acceso è il parlare di Massimo.
 
 
 
 
 
Dicevo prima che è un vulcano di parole, ma lo è anche di idee, di progetti, di voglia di fare, organizzare, lavorare. Ammette che non gli basta il tempo per tutte le cose che vorrebbe realizzare, io ritengo che avrebbe bisogno di un'altra vita! Il suo è un mondo fantastico, da "fantasia" appunto. Una fantasia che si specchia con la realtà dei giorni nostri, quella realtà che fa parte della società in cui viviamo, che impone uno stereotipo comportamentale, linguistico, espressivo, senza peraltro far prevalere i sentimenti, i pensieri, i valori, il cuore della persona. Tutti uguali, come la società vuole, vincenti, perfetti, voluttuosi, accattivanti, come le Farboline di Massimo. Belle, direi bellissime, così vere, riprodotte fedelmente nei lineamenti sinuosi che solo una donna può avere, ammiccanti e sexi, ma senza un volto. Potrebbero essere ogni donna e al tempo stesso nessuna. Sono lì che attirano il tuo sguardo, attraggono la tua attenzione da tutto il resto, ma prive di espressione, tu le guardi in viso ma non trovi risposte, se non che tutto ciò è un "face to face" tra realtà e fantasia.     
                                                
    


 
E il "faccia a faccia" continua, la realtà che guarda la fantasia in uno specchio... 
 
 
 
 
L'arte di Massimo si distingue, non si adegua, non scende a compromessi, non si conforma a nessun'altra. Così è lui, del resto. Anche gli altri suoi "farboquadri", pur raffigurando situazioni diverse, sono fedeli allo stile dell'artista, coerenti al suo pensiero.
 
 




 
 
Capitolo a parte i ritratti, dipinti con pennellate multicolori che, sebbene lontane dall'incarnato reale, riproducono sapientemente, come in una metamorfosi in divenire, le autentiche espressioni dei volti rappresentati. Realtà? Fantasia? Allo spettatore la scelta.
 
 
 
 
 
 
 
Certo è che se il buon Dio ha distribuito talenti perché fruttassero, Massimo ha compreso benissimo che il suo non poteva essere tenuto nascosto. Sono certa che lascerà il segno del suo "esserci stato" in questa vita, come lui desidera, e spero che questa sua filosofia di pensiero serva come monito a tanti giovani. Ma godiamoci l'oggi, perché oggi il mondo ha bisogno di sognare, ha bisogno di farlo anche con l'arte, e quindi anche con l'arte di Massimo Quarta. E magari si potrà festeggiare un "Farbogiorno" prima o poi, tutti  insieme.
 
 
 
 
Tanta vita Massimo, a te che sei un tutt'uno con i tuoi quadri, tanta Farboarte ancora !!!



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