"COME GLI OLEANDRI"
Daniela Tateo
 
 
 
 
Già, sono proprio io. Non avrei mai pensato di scrivere, un giorno, un post su di me, e direi che è un pochino imbarazzante. Ma credo che sia giusto condividere con voi, amici di blog, anche i miei progetti, specialmente quelli che, come in questo caso, vanno a buon fine, piccoli sogni che si realizzano! Verrebbe da dirvi: ho scritto un libro! Ma preferisco definirlo una raccolta di miei pensieri e sentimenti tradotti in poesia. Solitamente si comincia a scrivere poesie dall'età dell'adolescenza, quando le emozioni sono amplificate, quando l'impulso prevale sulla razionalità. Spesso ci si rifugia nel nostro caro, amato, diario personale, quello con la minuscola chiave da poter chiudere con cura e nascondere in un cassetto...chi non ha mai avuto un diario segreto? E chi non ha mai scritto una poesia? Crescendo poi, difficilmente si continua a scrivere, a meno che la poesia non faccia parte di noi. E, come dico nella prefazione:
 
"L'amore per la poesia nasce con me. Nasce dal profondo bisogno di comunicare e dalla difficoltà di farlo in altro modo, se non scrivendo. Da adolescente è la mia risposta all'insicurezza e alla timidezza, è l'espressione dei miei sentimenti, della mia inquietudine, della ricerca di riposte alle mie domande, dei miei pensieri spesso, definirei, "crepuscolari". Per anni scrivo e strappo i miei fogli, scrivo e strappo perché in quelle righe mi riconosco e spesso non mi piaccio. Ma sono proprio io quella, con i miei limiti, con le mie sofferenze, con le mie riflessioni profonde su tutto ciò che accade attorno a me, perché non riesco ad essere superficiale, tutto mi colpisce e tutto si traduce in poesia, anche la preghiera diventa poesia. Così, forse tardi, comincio a non strappare più, a leggermi senza paura, ad amare la mia poesia, a rifugiarmi in essa. Nella poesia c'è la mia libertà. La mia è una poesia semplice ma vera, che nasce dal cuore. Non potrei raccontare di un sentimento se non lo avessi provato, o esprimere nella poesia emozioni se non le avessi vissute. Anche quando  mi è stato chiesto di scrivere ho potuto farlo solo per la mia sensibilità verso la sofferenza e la mia naturale inclinazione ad immedesimarmi nelle situazioni e nel vissuto degli altri. Non nego che spesso è proprio dalla sofferenza che nasce la mia poesia. Una poesia non costruita ma sentita, forse povera ma ricca di passione.
In una, in particolare, racchiudo tutte le altre, riassumendo il concetto che ho del nostro esistere, e questa poesia è "Come gli oleandri". Un titolo che potrebbero avere tutte, se raccolte in un libro...un libro appunto."
 
 

 
 
 
Diverse volte è capitato che qualcuno avesse letto qualcosa di me, per caso, e avesse, come dire, "attinto" alle mie poesie,  ed altre volte le stesse hanno "accompagnato" dipinti, venduti chissà dove e, quindi, rimaste "orfane", o "prive di identità". Da qui la necessità di fare qualcosa: raggrupparle, andare a ritrovare tutte le mie "creature", dare loro un nome, dare loro una dignità, riconoscerle come mie. E' un po' come quando si va all'ufficio anagrafe e si riconosce un figlio... Non mi interessava numerarle, fare un indice, perché sono i miei pensieri, e i pensieri non si numerano, sono lì che si accavallano, che si spingono, che si sovrappongono l'un l'altro. Dovevo solo raccoglierli e abbracciarli in una copertina ed un nome, un nome che si addicesse a tutte: "Come gli oleandri", esattamente.
Ma  c'era anche la motivazione personale, quel qualcosa di irrisolto nei miei confronti. Donare un'identità alle mie poesie comportava dare un'identità a me stessa. Se esse stesse erano mie creature io ero...
Ma vi riporto il concetto che ho sintetizzato sempre nella prefazione:
 
"Forse la decisione di pubblicare un libro nasce dal bisogno di sentirmi riconosciuta "ufficialmente" nelle mie poesie ed accettata, come io stessa mi sono riconosciuta ed accettata, quello di sentirmi confermare la mia identità di autrice e di non perdere il titolo di proprietà dei miei pensieri".
 
Quando ho avuto la raccolta tra le mani ho provato una gioia immensa, ed anche se il paragone può apparire eccessivo è stato come quando sono nati i miei figli e me li hanno messi tra le braccia. Finalmente, loro sono mie creature, sono me stessa, ed io sono loro, un tutt'uno, e nessuno potrà negarlo.
Ancora non so se, dove e quando ne farò la presentazione, tranquilli vi terrò al corrente! Per ora è disponibile sul sito:
ilmiolibro.it     -     Gruppo Editoriale l'Espresso S.p.A.
 
 


Commenti

  1. Sono onorata di condividere la recensione del mio libro della Professoressa Danila Scialpi, che ringrazio di cuore.

    COME GLI OLEANDRI di Daniela Tateo
    Entrare nel mondo poetico di Daniela Tateo vuol dire essere invitati nel suo giardino segreto. L’autrice ci accompagna attraverso i suoi versi delicati, ma a tratti colorati di passione, a conoscere il suo mondo interiore, gli affetti familiari, le amicizie, le sue emozioni.
    L’emozione è il tratto distintivo di questa raccolta di poesie:l’autrice riesce ad esprimere nella poesia la sua essenza di donna, di madre, di compagna di vita. La sua natura gentile e la sua sensibilità artistica si disvelano con decisione attraverso i suoi componimenti, come leggiamo nei versi di “A coloro che amo troppo” oppure “La principessa nella torre”, o ancora “Unico atto” e “Rinasco”; oppure quando afferma: “Datemi un foglio bianco ed una penna e vi racconterò di me” e anche “Vorrei pur scriver dal sorriso ma non nasce dalla gioia la poesia”.
    Particolare brillantezza emotiva hanno i versi che l’autrice dedica al marito e ai figli, gioia immensa senza più limiti. Le parole sono direttamente versate dal suo cuore, senza filtri e senza cadere nel banale o nell’artificioso. A mio avviso, in queste composizioni si esalta il suo poetare: semplice, pulito, profondo, come acqua che sgorga dalla sorgente. La poesia “Come gli oleandri” conclude, poi, la raccolta con echi nettamente leopardiani, sigillando con passione, forza e decisione la sua personale visione della vita.
    Un velo di malinconia fa da sottofondo al suo stile, immediato, intimistico, con un linguaggio evocativo attento all’immagine e alla musicalità del verso. Consiglio fortemente la lettura del libro a chi ama emozionarsi in poesia.
    Danila Scialpi

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