Salotto Almayer: un tè con gli artisti. Poeti, parole e pensieri.

maggio 09, 2012

MUSICA E DINTORNI: IL COLORE E L'IRONIA DEL JAZZ. GIORGIO ALBERTINI

Può uno strumento musicale "vivere", vibrare, dare emozioni anche quando tace, abbandonato nell'angolo buio del camerino di un teatro, nella sala d'aspetto di un aereoporto o nella vetrina di un rigattiere? Ebbene sì.

Per chi ama la musica e cerca di starvi dentro anche soltanto scrivendo, la vista di un violino lucente di legni pregiati o la rozza chitarra del flamenco è molto spesso essa sola un'emozione.

Il loro musicista li ha abbandonati, ma gli strumenti hanno una loro storia e, forse, una loro anima.

Figuriamoci poi nella pittura. Chi non si è incantanto davanti ai liuti di Evaristi Baschenis? Non è retorica dire che si sente nell'aria l'armonia.

Il fatto è che qui, come in altri analoghi soggetti dalle pitture vascolari greche sino a Picasso e oltre, si è avuta unicamente una sostituzione dell'Artista: un pittore al posto di un musicista.

Un momentaneo prestito basato sulla fiducia. Lo strumento così raro, mestiere ed insieme diletto, avrebbe trovato altre mani capaci di farlo risuonare nel cuore della gente.

Per chi ama il jazz, poi, il fascino degli strumenti è forse ancor maggiore, perchè questa musica straordinaria si lega a cronache vere e leggende verosimili che sono ancora recenti e parlano di razzismo, di grandezze dell'umiliazione, di capacità inventive altissime eppure sconosciute, di sconfitte nella disperazione.

Naturalmente Baschenis non poteva trasmetterci anche queste emozioni moderne. Ma le troviamo nella pittura di Giorgio Albertini, dove la natura che chiamiamo impropriamente "morta" si ravviva con specifici richiami al jazz e alla sua gente.

Ovviamente il giudizio estetico è lasciato ai critici cui esso compete, ma è innegabile la presenza di ironia che li pervade, la stessa ironia allegra e amara, che c'è in tanti grandi jazzisti, Luis Armstrong e Dizzy Gillespie su tutti.

Ci sono mille cose da ascoltare in questi quadri.

SITO: http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Albertini