Terra del Sud

Ultimo lembo di terra
protesa verso il mare.
Tronchi di ulivi avvolti su se stessi,
chiusi in un abbraccio
materno, consolante e silenzioso.
Verdi rami volti in preghiera al cielo,
nel cui azzurro terso cerco un orizzonte che non vedo,
perché è un tutt’uno con le spume d’onde
di un mare generoso dei suoi frutti,
che dona all’uomo nelle buie notti
solo illuminate da lampare,
e tonde e pallide lune.
Bianca la pietra baciata dal sole
che brucia le aride zolle e secca la pelle.
Sale e vento tra i capelli sulle spalle
delle sue brune donne,
dai seni e fianchi generosi.
Terra del Sud, avara di lavoro,
porto di speranza e di accoglienza,
amore e odio s’alternano nel cuore,
io che ti vorrei diversa e sempre uguale.
Dei ricci e fichi d’india feriscono le spine,
stille di sangue le gocce del tuo vino
amaro e dolce
come sei tu, mia terra,
che più voglio lasciare e più m’attrae.
Come la vite al tralcio
come di biondo grano il chicco alla sua spiga
così mi stringo a te, per rimanere ancora.

Daniela Tateo 

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